Stanotte resta con me
Kolossal n. 71 dell’ottobre 1980
Soggetto: Stefano Reda – Regia: Vittorio Richelmy Fotografo: Mario Brambatti
Attori: Marina Coffa – Franco Gasparri – Gianfranco De Angelis – Gianni Medici – Bianca Maria Simonelli – Claudio De Renzi
Dorina è la segretaria del dottor Cerrini. Ultimamente ha problemi col marito ed è stanca e distratta, fa errori sul lavoro e Cerrini la riprende:
Cerrini: Quel matto… ti rende la vita dura, eh? – Dorina: Ma no… è solo un po’ nervoso – Cerrini: Vattene a casa, e per oggi farò a meno della segretaria. Ma lo vuoi un consiglio? Vai a parlare con il dottor Janni – Dorina: A che fare? – Cerrini: A parlargli di Mario, tuo marito. Io lo conosco bene, sai… da quando era un ragazzo di quindici anni. E’ mica tutto sano, il tuo Mario – Dorina: Ma che dice? Mario è sanissimo. Meglio di tanti altri.
Mario ha una piccola fabbrica che dirige da solo, ma le cose non vanno bene, non riesce a dominare l’ansia e scatta per un nonnulla.
Mario: Dorina… svegliati! Non riesco a dormire. Divento pazzo, se non dormo – Dorina: Ma io devo andare a lavorare, domattina. Questa è una tortura… – Mario: Ho preso tre pastiglie di sonnifero, capisci? – Dorina: Tesoro, cerca di star tranquillo – Mario: Come faccio? Penso alle scadenze, al lavoro che non va, alla banca e al mutuo… e non ce la faccio a dormire – Dorina: Stavamo meglio quando eri un caporeparto da Cerrini – Mario: Lo vedi… è lui che ti manda a dire queste cose… ma io non ci ritorno a fare il dipendente! Perchè io ho cervello, capisci? Più di lui… e li voglio anch’io i miliardi! – Dorina: Che me ne importa dei miliardi? Voglio dormire, domattina mi devo alzare alle sette…
Dorina si convince che il marito ha bisogno dell’aiuto di un medico…
Dorina: “Uno psichiatra… Mario non è matto, è solo un po’ esaurito… ” – Dottore: Avanti… avanti, e chiudi la porta – Dorina: Ma io cercavo il dottore… – Dottore: Il dottore sono io. Sto facendo un po’ di yoga. Mettiti seduta e vengo subito da te.
Dottore: I sintomi ci sono, di un esaurimento nervoso, probabilmente da superlavoro. Da quanto siete sposati? – Dorina: Da due anni – Dottore: E’ stato un matrimonio d’amore? – Dorina: Io sono la segretaria del titolare, il signor Cerrini. Mio marito era il caporeparto della cartiera, e insomma… ci siamo presi proprio una bella cotta – Dottore: bisogna che io lo veda, me lo devi portare qui nel mio studio. Studieremo una strategia adeguata
Mario: Mi odiate tutti, non ce la faccio più. Io la chiudo, questa maledetta fabbrica – operaio: Bisogna star calmi, con i nervi non si conclude niente – Dorina: Sei troppo nervoso, tesoro. Dovresti vedere un medico. Tu hai un esaurimento nervoso – Mario: Schiocchezze! Sto benissimo. Anzi, ho una fame… sai che ti dico? Ce ne andiamo a mangiare qualcosa fuori, come quando eravamo fidanzati – Dorina: Altri tempi, quando eravamo fidanzati!
Ma la notte…
No, non dormire. Non lasciarmi solo, ho paura – Di cosa hai paura? – Di me, Dorina, sai… quell’operaio, in quel momento, l’avrei ammazzato. E siamo amici – Sono i tuoi nervi che vanno a pezzi – Il cervello mi brucia dentro, come se andasse a fuoco – Prova con un medico, che ti costa? Mi hanno parlato di uno, molto bravo – Non andrai a dire in giro che io non sto bene… Guarda che…
Mario: Sei sicura che l’appuntamento è qui? E che razza di medico è questo, che dà appuntamento in campagna? – Dorina: Devi avere fiducia, caro. Sono medici giovani, moderni.
Mario: Certo che come dottore è strano. Io volevo discutere della cura, e lui niente. Voleva sapere del lavoro, dei debiti, della banca – Dorina: Insomma… che cura ti ha dato? – Mario: Nessuna. Neanche una pillola, uno sciroppo… niente – Dorina: E come siete rimasti? – Mario: Ci penserà, e poi mi farà sapere la sua opinione e la sua proposta.
Allora dottore, come stanno le cose? – Non troppo bene. Il problema è più grosso di quanto immaginassi. Non si tratta solo di un esaurimento nervoso. C’è una sindrome dissociativa, abbastanza avanzata. I rapporti di Mario con la realtà non sono più normali – Adesso non tirar fuori che Mario è matto, perchè non ci credo – Non voglio dire questo, ma bisogna ricoverarlo in una clinica.
Il dottore cerca di convincere Mario a ricoverarsi in clinica…
Ma è impossibile, come posso lasciare tutto? Se io lascio, crolla tutto – Ti capisco, ma si tratta solo di pochi giorni. Il tuo cervello è una macchina da corsa che corre il rischio di grippare. Devi lasciarlo un po’ a riposo.
Il dottore spiega a Dorina e a Cerrini la situazione.
Dottore: Gli affari gli vanno male, e lui deve dare la colpa a qualcuno e così si crea l’immagine di un nemico che lo perseguita. Qual è esattamente la situazione della sua azienda? – Cerrini: Mario è bravo, è lavoratore, ma litiga con tutti. Nella vita ci vuole sempre un po’ di diplomazia, ma lui non sa nemmeno cos’è – Dottore: Gli faccia avere una proroga dalla banca, ed io riuscirò a convincerlo.