Adesso puoi lasciarmi… addio
Ermanno va a cercare Sveva…
Ermanno: Oggi era… il giorno del nostro matrimonio. Sveva: E’ stato meglio così, meglio prima che dopo. Non ti ho mai mentito, c’è solo una grande confusione nella mia testa. Non è facile come sembra. La vita non è così: tagliata con l’accetta, metà bianca e metà nera. A volte i nostri sentimenti si confondono, si accavallano. Non c’è nulla di netto, di preciso. Ermanno: Dormi nel letto con lui e mi dici che ti sono caro. Potevi venire da me, spiegarmi. Ne avremmo discusso insieme, da persone civili. Sei fuggita così, senza una parola. Sveva: Avrei voluto sposarti, essere felice e serena con te, ma non potevo, sono come un uccellino rimasto incollato al panio e che non ha scampo. Ermanno: Cos’è questa voglia di punirti, di mortificarti? Perchè? Sei pazza e travolgi anche me nella tua pazzia. Ma non posso serbarti rancore. Se hai bisogno…
Scene di ordinaria follia… Sebastian non ha mantenuto la promessa di non bucarsi più
Ma poi le torna a giurare che smetterà veramente, le chiede aiuto col cuore, e Sveva accetta nuovamente di stargli vicino, aiutandolo a superare quelle tremende crisi di astinenza.
Sebastian: Soffro da impazzire, come se una mano mi afferrasse le viscere e me le strizzasse. Mi sento morire… aiutami, non ce la faccio.
Sebastian: Non è possibile smettere così all’improvviso… ci posso rimettere la pelle. Bisogna ridurre lentamente, per il primo mese almeno una volta al giorno, poi faremo una volta ogni due giorni. Sveva: Ma quella maledetta porcheria costa più dell’oro… Chi ce li darà i soldi?
Sebastian ha nuovamente usato le dosi che Sveva aveva nascosto senza dirle nulla.
Sveva: Ma lo sai che ho fatto, per averle? Ho dovuto supplicare i più schifosi spacciatori, mi sono umiliata dinanzi a gente che mi faceva schifo. Sebastian: Oh, non darti arie di aristocratica in esilio tra i plebei. Sveva: Lui, il grande artista, sta sul letto e aspetta, ed io per trovare i soldi ho fatto la modella all’Accademia. Mi sono messa nuda davanti a trenta studenti, per ventimila lire l’ora. Io faccio di tutto Sebastian, perchè non mi aiuti?
Sveva chiede aiuto alla madre, che a malavoglia decide di aiutarla, ma il marito le trova nella borsetta i soldi per la figlia e va su tutte le furie. Non le rimane che chiedere aiuto ad Ermanno.
Ermanno: Mi stai facendo fare la figura dell’imbecille. Ed è la prima volta in vita mia. Sveva: Perchè parli così? Non è degno di te. Ermanno: Già, troppo facile, Ermanno è nobile, virtuoso, onesto. E intanto… Tu stai con lui e io non faccio che vedervi insieme. E’ come un chiodo nel cervello che mi impedisce di lavorare, di vivere, di respirare. Già, ma tu devi fare la tua autopunizione, io però, perchè devo soffrire? Vuoi i miei soldi, ma cosa sei pronta a fare per averli? Sveva: Tutto. Ermanno: Va bene, spogliati. Hai capito benissimo, voglio qualcosa in cambio, te. Sveva: Ma quello che fai è una vigliaccata di quelle…
Ermanno: Tu hai fatto anche di peggio. Se vuoi questi soldi, guadagnateli. No, Sveva, no. Scusami tesoro, mi vergogno di averlo solo pensato. Sveva: Non ti serbo rancore. Ermanno: Perchè non sono riuscito a farmi amare così da te? Sveva: Forse perchè non sei abbastanza infelice.
Ma poi, grazie ai soldi di Ermanno, Sebastian si sottopone alla cura di disintossicazione e pian piano, con atroci sofferenze, e con la pazienza e la dedizione di Sveva, ne viene fuori. Riesce a tornare quello di una volta, gli torna la forza e la voglia di lavorare, di creare. E il mercante d’arte Jolas gli trova un acquirente per un suo vecchio lavoro. Finalmente le cose iniziano ad ingranare, un famoso mercante d’arte gli propone un contratto in esclusiva se parte per l’America. Sebastian non chiede neppure a Sveva se lei è d’accordo, le chiede semplicemente di aspettare che lui la chiami. Il sorriso di Sveva si spegne lentamente. Sveva: Ora è un altro, non ha più bisogno di me. Mi dimenticherà, lo sento… Gli artisti sono uomini che rimangono bambini, con tutti i capricci, l’egoismo e il fascino dei bambini.
La madre va a cercare Sveva supplicandola di tornare a casa ora che è rimasta sola.
Madre di Sveva: Hai fatto tutto questo per quell’uomo che ti ha piantata come uno straccio vecchio. Sveva: Non avete mai capito niente di me… Io non ho fatto niente per Sebastian, quello che ho fatto, l’ho fatto per me, per la mia coscienza, per la mia pace interiore. Madre di Sveva: Cosa fai ancora qui? Lo aspetti ancora? Ma Sebastian si è scordato che esisti.
Ma le visite non sono finite…
Ermanno: Mi ero preparato un sacco di belle cose da dire ma adesso sento che non ce la faccio a dirtele. Comincerò dalla fine, mi vuoi sposare Sveva? Non mi rispondi, ti sembra tanto brutta la prospettiva di vivere con me per sempre? Sveva: No, non mi sembra affatto brutta. Solo che… ancora non me la sento. Un giorno forse, se me lo chiederai di nuovo, ti sposerò. Sì, sarebbe bello potergli dire di sì, e forse un giorno… Penso che un giorno ti sposerò. Lo penso davvero, Ermanno. E’ la cosa più sensata che posso fare.
Ma se un giorno “lui” mi chiamasse, mi invitasse a raggiungerlo, sarei capace di resistere? L’amore è più forte di qualunque volontà. L’amore… il mio amore è Sebastian.