Stanotte resta con me
Mario: Vi ho trovato tutti e tre insieme a cospirare alle mie spalle. Avevate pensato a tutto… il medico che mi rinchiude… e tu che ti impadronivi della mia azienda, è così? – Dorina: E’ stato un bello scherzo, Mario. Ci siamo tutti divertiti, ma ora dammi quella pistola – Mario: Uno scherzo… era solo uno scherzo! – Dottore: Certo. Ora vieni con me – Mario: Ma che succede… che di faccio qui…? Io non vi conosco!
Dorina: Non ci credo. Voglio che guarisca, che sia ancora l’uomo che ho sposato. E’ un uomo buono, affettuoso. Io lo amo, capisci? – Dottore: La sua guarigione dipende da te, dalla tua forza di sopportazione, dal tuo coraggio – Dorina: Lo giuro, tutto quello che posso fare, lo farò. E’ il mio uomo – Dottore: Brava Dorina… l’amore a volte fa miracoli – Dorina: Mario, come stai? Non mi riconosci? Sono io, Dorina, tua moglie – Mario: Ah, Dorina… certo sì, Dorina. Mi sembra di conoscerti.
Il dottore chiede a Dorina di non far incontrare Mario con la madre, perchè lo ritiene controproducente, ma Dorina, pur non andando d’accordo con lei, vorrebbe farli incontrare.
Dottore: Ma tu… ti batti sempre per il tuo prossimo. E per te? – Dorina: Io sono inchiodata alla mia croce. Che altro mi resta da fare?
Ma poi Mario migliora rapidamente e Dorina chiede al dottore di dimetterlo dalla clinica.
Dottore: Io ho il dovere di metterti in guardia. Può essere pericoloso. Non è perfettamente guarito e una ricaduta può verificarsi senza nessun preavviso. Si tratta di psichiatria, e non di aritmetica, e in psichiatria non sempre due più due fanno quattro. Ho paura per te – Dorina: Potrebbe farmi del male? – Dottore: Non è escluso – Dorina: Correrò il rischio – Dottore: Ti starò sempre vicino, con tutta la mia povera scienza – Dorina: Sono infelice… la vita si è accanita contro di me. E’ la peggior cosa che mi poteva capirare – Dottore: Ti voglio tanto bene, Dorina. Te lo dico adesso… e dimenticalo subito.
Mario viene dimesso dalla clinica ma non si sente bene, le medicine lo fanno sentire stanco e non ha voglia di rimettersi a lavorare e trovarsi nuovamente pieno di problemi da risolvere. Va a trovare la madre, ma lei lo aizza contro la moglie, per la quale non ha mai avuto simpatia. Gli racconta che Dorina si vede spesso col suo dottore e lo mette in guardia.
Mario: Allora, sei l’amante di Tommaso? – Dorina: Ti giuro di no, io voglio bene a te – Mario: Dopotutto che ci sarebbe di strano? Lui è giovane, bello, affascinante. Io sono un relitto… la testa non mi funziona… – Dorina: Figurati se Tommaso si interessa ad una poveretta come me – Mario: Allora è così. Tu lo ami – Dorina: Questa è una tortura, io non resisto, ho lavorato come una pazza, per quattordici ore…
Mario: Manda tutti a casa. Si chiude. Facciamo vacanza – operaio: Si chiude? Ma mancano tre ore ancora. C’è quel lavoro urgente, il cliente aspetta – Mario: Insomma, chi è il padrone, qui? – operaio: Va bene… chiuso, chiuso!
Dorina: Mario, cosa è successo? – Mario: Si chiude, stop!… discorso finito! – Dorina: E come tireremo avanti? – Mario: Non ti preoccupare. Ci penso io. Ho un sacco di idee. Ho un bel cervello, io.
Mario: Hai fatto cadere il mio castello di carte, l’hai fatto apposta – Dorina: Ma no… – Mario: Non negare. Ci hai soffiato sopra, sei dispettosa, malvagia. Non ti voglio a casa mia. Vattene, infame! Fuori… fuori, disgraziata! – Dorina: Ti prego, Mario, è notte, fa freddo, lasciami entrare!
Dorina: Ho bisogno di Tommaso, della sua voce calda, del suo sorriso sicuro, delle sue parole rassicuranti!
Invece non ci va, ma è lui che le telefona, dicendole che il marito è andato in clinica di sua spontanea volontà.
Dottore: Sei ancora decisa a portarlo a casa? – Dorina: Che altro posso fare? Se lo lascio qui, è perduto – Dottore: Lo ami ancora o è solo senso del dovere? – Dorina: Che differenza fa? – Dottore: Nessuna differenza. Se non vuole uscire di casa, assecondalo. Ora è come un bambino, ha bisogno di affetto e di protezione – Dorina: Posso vederlo? – Dottore: Certo. Ora ha paura che tu lo sgridi, ma non dirgli niente.
Mario: Non ce l’hai con me? – Dorina: Ma no, sciocco. Su, andiamo.
Dorina: Ogni tanto piange, si dispera. Poi gli passa, e sembra che non ricordi più nulla – Dottore: Sì, è la fase di regressione. Dove è andato ora? – Dorina: Si è fatto dare i soldi, ed è andato a comprare un altro pezzo – Dottore: Gioca sempre con i trenini elettrici? – Dorina: Ci passa le ore ed è felice. Ma uscirà da questa fase? – Dottore: Ho paura di no – Dorina: Cosa mi consigli di fare? – Dottore: Internarlo in un istituto, dove sarà affidato a personale specializzato – Dorina: No, non posso rassegnarmi. Ci sono alcuni istanti in cui Mario è ancora l’uomo che ho amato e che ho sposato. Quei momenti mi ripagano di tutto – Dottore: Saranno sempre più rari…
Mario: nessuno ha toccato i miei trenini? – Dorina: Stai tranquillo, ci sono stata attenta io – Mario: Espresso Roma-Parigi in arrivo sul terzo binario!
Mario ha un’altra crisi e tenta di uccidere un ragazzo solo perchè stava guardando la moglie, e ora rischia il manicomio criminale. Dorina va a trovarlo…
Dorina: Come stai? – Mario: Bene, benissimo. Ma ti devo parlare di nascosto, chinati. Lo vedi quello su quel letto? E’ una spia. Me l’hanno messo vicino per spiarmi – Dorina: Tu non gli parlare, tanto domani torni a casa. Vuoi tornare nella tua stanza, e giocare coi tuoi trenini? – Mario: Io gioco coi trenini? Ma mi hai preso per uno stupido?
Dorina è disperata…
Non resisto più… non so come farò a tirare avanti. Spero sempre di trovare il mio Mario. E invece c’è uno sconosciuto che ha soltanto l’aspetto fisico di mio marito – Dottore: Rassegnati, Dorina. Quell’uomo… il tuo uomo, non esiste più!
Mario ha l’ennesima crisi e tenta di uccidere Dorina, prendendola per il collo.
Dorina: Ho avuto paura di morire. Mi tremano le mani. Vedere la follia omicida… la voglia di uccidere in quegli occhi, in cui ho sempe letto amore, devozione, gioia… è terribile. Se questa notte resti qui… non rubiamo niente a nessuno vero? – Tommaso: Non c’è nulla di disonesto, te lo giuro. Ti voglio bene, Dorina.
Ma poi un altro giorno passa e Dorina va a trovare il marito in ospedale, e lo trova lucido e dolcissimo.
Dorina: Era come una volta, lui sa che mi ha fatto del male, ed è il primo a provarne dolore. Tommaso, stasera sono certa che guarirà, la speranza è tornata. Non restare stasera. Mi sembrerebbe veramente di tradirlo – Tommaso: Non essere assurda. Io ti amo e tu ami me. Non farti sopraffare dai sensi di colpa, che sono soltanto immaginari – Dorina: Tu sei intelligente, usi parole difficili, ma non potrai farmi dimenticare Mario e quello che è stato per me
Dorina: Che è successo? Perchè mi hai telefonato? – Tommaso: Mario è morto – Dorina: Cosa?! Se ieri stava così bene? – Tommaso: Ha atteso stanotte, ha eluso la sorveglianza degli infermieri. Si è impiccato con un asciugamano – Dorina: Lo ha fatto per me… per questo mi aveva detto che mi avrebbe restituito la felicità. Questo suicidio è colpa mia. Lui aveva capito che non lo amavo più e non ha più voluto vivere – Tommaso: Hai fatto quello che potevi – Dorina: Dovevo fare di più. Amarlo di più. Il mio amore lo avrebbe salvato. Ora lasciami sola. Forse la morte rimarrà fra noi, come una presenza incomoda e gelida – Tommaso: Lui lo ha fatto perchè tu sia felice, e io posso farti felice – Dorina: Forse è così, ma adesso ho bisogno di star sola – Tommaso: Domani… Ti telefono domani.