Cucciolo
Governante di Laura: E’ molto grave? Laura: Sì. Governante: Se è arrivato l’amore, è inutile resistergli. Le parlo come una madre, la conosco da tanto. Il suo matrimonio non è mai stato felice. Emilio non è l’uomo per lei. Laura: Non mi ha fatto mai mancare nulla. Governante: Solo la felicità, le è mancata. Le pare poco? Non ne faccia una tragedia, parli francamente con suo marito. Siamo quasi nel duemila, certe cose oggi sono all’ordine del giorno. Laura: E’ che lui ha diciotto anni. Governante: Cosa? Diciotto anni? Ma cosa mi sta combinando, signora? E se ne esce senza aggiungere altro. Laura: “Non dirà niente ad Emilio, mi vuol bene ed è fedele. Ma anche per lei… non sono una donna innamorata, ma una matta che sta dando i numeri.”
Laura discute continuamente con Andrea per lo stesso motivo…
Andrea: C’è una cosa di cui dovresti vergognarti ma non è di amare uno di diciotto anni. E’ continuare a vivere una vita vuota, fatta di un mucchio di balle, vicino ad un uomo che non ami.
Poi nella casa dove Laura vive ancora col marito viene recapitato un cucciolo, e Laura capisce che solo Andrea potrebbe aver fatto quel gesto. Si fa coraggio e confessa al marito di averlo tradito e di volerlo abbandonare. Fa le valigie e bussa alla porta di Andrea.
Per Laura ed Andrea comincia finalmente una nuova vita, nella quale ognuno realizza le proprie aspirazioni. Andrea studia e Laura fa quello che ha sempre sognato: disegnare.
Mentre passeggiano insieme per la città fanno un incontro inatteso: Lulù. L’incontro è imbarazzante, ma ormai sono rassegnati al disprezzo della gente.
Laura per caso in tasca di Andrea l’indirizzo di uno specialista e si insospettisce. Lo va a trovare, e il Dottore gli confessa che Andrea soffre di un male incurabile. Stringe i denti e con Andrea fa finta di niente.
E di nuovo giornate sorridenti, solari. Momenti indimenticabili, passeggiate nei freddi pomeriggi invernali.
Finchè una sera…
Laura: Dottor Varda? E’ meglio che lei venga subito, si tratta di Andrea. La visita è stata lunga, eterna. Dottore: Si faccia coraggio, accade quello di cui l’ho avvertita quando è venuta a trovarmi. Laura: E’… finita? Lui adesso lo sa? Dottore: Non gli ho detto niente. Ma ora credo abbia capito. E’ questione di poco, ormai.
Andrea: Ricordi? Avevo promesso che non ti avrei mai lasciata. Non ti vedo quasi più. Vienimi più vicina. Ti voglio così… Ti voglio così bene… Sono stato felice con te.
Si stupisce di respirare, di camminare, di vivere ancora, ora che lui non c’è più. I parenti di Andrea non l’hanno degnata di uno sguardo… Ora se ne torna verso casa, in quel grigio mattino. Accarezza quel cucciolo che lui gli ha donato, come se accarezzasse lui. Gli occhi le bruciano. C’è una luce accecante, quel mattino. E un po’ di vento… Come se fosse primavera.